Far crescere i giovani è il nostro dono più grande
La storia dell’umanità è cambiata grazie a luoghi insignificanti. Gesù è nato in una fredda e anonima grotta (e non in qualche prestigioso luogo di quel tempo). Ha predicato e fatto miracoli ai bordi di polverose strade di città e di campagna (non nel Tempio)… È stato arrestato in un piccolo e sconosciuto giardino di Ulivi… Quanta “normalità” c’è nella vicenda d’amore più grande di tutta l’umanità. È bello ricordarlo perché è la stessa frequentazione di luoghi insignificanti che capita a ciascuno di noi. Siamo chiamati a cambiare il “cuore di ogni ragazzo o ragazza che incontriamo”. Siamo chiamati a farlo in campetti spelacchiati di periferia (e non nei grandi stadi); dentro spogliatoi sgangherati dove magari le docce non funzionano ma dove si respira uno straordinario profumo di umanità; siamo chiamati a farlo nell’anonimato più completo lontani anni luce dalla ribalta dei giornali e delle tv del grande sport; siamo chiamati a farlo facendo notte in sedi di comitati o società sportive spesso ricavate nei sottoscala di qualche parrocchia o palazzo diocesano; siamo chiamati a farlo con quello sguardo sempre attento ai deboli, agli ultimi, a quelli che non vuole nessuno… Da settembre ad oggi migliaia di persone hanno contribuito a cambiare il cuore di centinaia di migliaia di giovani frequentando - con passione infinita - settimana dopo settimana luoghi apparentemente insignificanti dove sono state scritte con l’inchiostro indelebile della vita migliaia di storie di umanità tra le più belle del nostro tempo. Questo è il regalo più bello e più grande che il Csi - come sempre- trova sotto l’albero. È un regalo che ha una firma nitida e precisa. C’è scritto il nome e cognome di ciascuno di voi. È lo stesso regalo che i ragazzi e le ragazze metteranno di nascosto sotto l’albero del loro cuore. Magari non ve lo diranno, magari vi faranno disperare ma state certi che - seppur presi dallo scartare regali ipertecnologici del nostro tempo - troveranno un istante per pensare a voi ed al grande dono che gli avete fatto nell’averli “amati, seguiti, educati…” in questi mesi. In fondo è Natale ogni volta che un bambino è felice correndo dietro ad un pallone; è Natale ogni volta che un allenatore riesce ad amare i suoi ragazzi ed a sentirsi felice per questo; è Natale ogni volta che un dirigente rende vero un progetto educativo; e’ Natale ogni volta che un arbitro trasforma un semplice fischiare in un grande gesto educativo; è Natale ogni volta che il Csi rincorre con concretezza grandi valori per i giovani e per la società; è Natale ogni volta che lo sport diventa esperienza di educazione alla vita. Ma soprattutto è Natale ogni volta che ciascuno di noi riesce a oltrepassare la barriera delle luci, delle insegne, dei regali, della festa… per vivere questi giorni con grande serenità, semplicità, gustando l’intimità della propria famiglia e l’abbraccio affettuoso del Figlio di Dio.